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Scoperta distilleria abusiva nel carcere di Porto Azzurro, tre agenti feriti da alcuni detenuti , il sindacato Sappe " situazione fuori controllo "
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Una inaudita reazione violenta da parte di alcuni detenuti del carcere di Porto Azzurro scoperti in attività illecite e tre poliziotti aggrediti: lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per voce del segretario regionale della Toscana, Francesco Oliviero.
“Da tempo denunciamo la gravità degli eventi critici che si verificano all’interno della struttura della Casa di reclusione di Porto Azzurro. L’ultimo episodio, avvenuto ieri, 1° dicembre, solo perché gli agenti stavano facendo il proprio dovere istituzionale controllando chi producesse in modo artigianale la grappa, ha visto tre di loro costretti a ricorrere alle cure del nosocomio cittadino di Portoferraio”, spiega il sindacalista.
“Ancora una volta”, denuncia, “la causa di tali episodi è da attribuire ad alcuni detenuti poco inclini al rispetto delle regole di un Istituto Penitenziario. In gran parte stranieri con problemi di tossicodipendenza e disturbi psichiatrici, non dovrebbero, a nostro modesto parere, essere assegnati alla struttura di Porto Azzurro. L’istituto, infatti, non dispone delle risorse né delle condizioni adeguate a gestirli. Non di rado, questi detenuti vengono sorpresi a produrre alcolici artigianali nelle proprie stanze o coinvolti in altri comportamenti illeciti. Quando scoperti, reagiscono con aggressioni al personale e atti vandalici, causando danneggiamenti alla struttura, distruzione di suppellettili e incendi degli arredi”.
Oliviero rammenta che il SAPPE “ha più volte sollecitato interventi da parte dell’Amministrazione e dei rappresentanti politici, spesso presenti per meri scopi di visibilità, affinché si attuino misure urgenti e risolutive. Tuttavia, le nostre richieste continuano a cadere nel vuoto. Temiamo che, come purtroppo accade in molte situazioni trascurate, si intervenga solo dopo una tragedia irreparabile, magari con la perdita della vita di un agente o di un civile. È inaccettabile che chi si rende protagonista di atti gravi continui a usufruire dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario, come il lavoro interno o le chiamate premiali, e che le sanzioni si limitino a pochi giorni di esclusione dalle attività ricreative e sportive”. Per questo, il sindacalista invoca una “azione più decisa, con maggiore rigore e coraggio, per restituire dignità a un Istituto che sta perdendo non solo il prestigio di un tempo, ma anche la motivazione e la dedizione di un personale che, da anni, lavora senza sosta, affrontando quotidianamente difficoltà di ogni genere”.
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Quanto avvenuto testimonia che il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari”. “Continuiamo altresì a chiedere”, prosegue il leader del SAPPE, “che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori”. E fa appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente “al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
SAPPE
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