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L’aumento della TARI, approvato dalla maggioranza nel Consiglio Comunale del 30 giugno, è solo l’ultimo tassello di un percorso che sta diventando sistematico. L’incremento di quest’anno, pari al 17%, si aggiunge a quelli già applicati nel 2023 e nel 2024. In due anni, l’incremento complessivo per famiglie e imprese supera ampiamente il 30%.
Questa crescita costante e apparentemente inarrestabile della tassa rifiuti, in assenza di un miglioramento tangibile del servizio, pone interrogativi seri sull’efficienza della gestione del ciclo dei rifiuti.
Non è più tollerabile che l’imposta continui ad aumentare mentre il servizio resta identico – se non peggiore. E mentre i costi crescono, resta intatta la delusione per una promessa che oggi suona come una beffa amara: quella che con il nuovo sistema si sarebbe pagato meno. La realtà ha smentito tutto.
Abbiamo sollevato una questione centrale: non è accettabile che ogni anno il gestore possa semplicemente presentare un aumento che i Comuni si limitano a trasmettere ai cittadini. Chi incassa deve anche garantire efficienza e qualità e invece – abbiamo osservato – si ha l’impressione che ESA riceva quanto chieda, indipendentemente dai risultati effettivi del servizio.
A fronte di questa situazione, riteniamo necessario aprire una riflessione sull’intero sistema oggi in vigore, valutando se sia opportuno proseguire nella stessa direzione o se invece sia il momento di individuare soluzioni e alternative. Allo stesso tempo, è giusto interrogarsi anche sul livello di direzione politica della partecipata, che deve garantire non solo efficienza, ma anche competenza, continuità organizzativa, capacità di innovazione e controllo dei costi.
Abbiamo sollevato diverse questioni. L’Amministrazione ha accolto passivamente l’aumento, giustificandolo con regole imposte dall’alto. Abbiamo preso visione di una nota tecnica di ESA che a sua volta attribuisce le responsabilità a fattori esterni o a indicazioni ricevute. È l’ennesima conferma di un sistema in cui ognuno si chiama fuori, mentre a pagare sono sempre i cittadini. Per questo continuiamo a chiedere un confronto pubblico e trasparente: una gestione che costa sempre di più non può essere accettata né banalizzata.
🫤Inoltre ci ha lasciato perplessi il tono con cui il Sindaco nella discussione ha rimproverato i cittadini per presunti comportamenti scorretti nella raccolta. Non si può chiedere collaborazione alla comunità se la si rappresenta come la causa principale del problema.
Nel corso della seduta è emerso che si sarebbe dovuta tenere il 10 luglio una riunione tra i sindaci elbani, convocata per discutere della questione TARI e delle criticità del sistema. Ad oggi, però, non risulta diffuso alcun resoconto ufficiale, né comunicazioni sull’esito dell’incontro. Per questo motivo, nei prossimi giorni presenteremo un’interpellanza formale al Sindaco, per ottenere chiarimenti in merito e conoscere la posizione assunta dal nostro Comune.
Infine, una riflessione politica più ampia.
Nei due anni in cui sono stati stanziati 150.000 euro dal contributo di sbarco per contenere – nemmeno arrestare – l’aumento della TARI, l’offerta turistica di Marciana Marina si è impoverita. Quest’estate si sono tenuti pochi eventi di grande richiamo (fatta eccezione per i premi letterari e l'adesione all'Elba Music Awards) e nessun concerto di spicco. È importante ricordare che queste risorse derivano dal gettito del contributo di sbarco e sono teoricamente destinate alla promozione e allo sviluppo del territorio: progetti di marketing, eventi di richiamo, azioni di valorizzazione e interventi di decoro urbano.
Il verbale della discussione in Consiglio Comunale
GRUPPO CONSILIARE PER MARCIANA MARINA
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